Fat Man
Fat man, Silicone di tipo saratoga, altezza 80 cm. autore Mimmo Di Caterino. ...
Autore: Mimmo Di Caterino
Mimmo (Domenico Di Caterino o Mario Pesce a Fore) Curriculum vitae:
Mostre di gruppo: 1997 –"Metamorfosi ", villa comunale di S.Sebastiano al Vesuvio (Na). 1998 -"Maternità", BNL di Cercola (Na). 1998 - " Mario pesce a fora", Centro culturale "Guernica" (Na). 1999-"Obiettivo Napoli", consegue il premio della critica"Lello Barbuto", Circolo della stampa (Na).2000-"P'arte in versa Emersioni Permanenti", Casa del popolo di Ponticelli (Na). 2000-"Mario pesce a fore", tennis club Campiglione, Caivano (Na). 2000-"Contromaggio", Centro Sociale Officina '99. 2000- "Insieme….. per Parco Viviani", Parco Viviani (Na). 2000-"P@rete", Sala Gemito (Na). 2000-"Cantiere di cultura visiva terzo piano", Laboratorio okkupato S.k.a. (Na). 2000- "Obiettivo Napoli", Casina del Boschetto, Napoli. 2001-"Biennale dei giovani artisti del mediterraneo", Sarajevo, Bosnia. 2001-“Metalart”, Chiostro di San Francesco, Iglesias (Ca). 2001-"La magia del sole e della luna", San Giovanni a Teduccio (Na). 2001-“Festa dell’unità”, Portici (Na). 2001-“What about “the contemporany art?”, Albano Laziale, Palazzo Savelli (Roma). 2001-“What about “the contemporany art?”, Crypt of all Saint’s Church al centro storico, Roma. 2001- “Mezzanotte nei parchi”, Villa Comunale di Napoli. 2001- “Adunata sediziosa”, Spalti del Maschio Angioino a Napoli. 2001-“Napoli strit festival”, Da P.zza Bellini a P.zza Plebiscito a Napoli. 2001-“Insieme per la vita”, Caffè dell’epoca (Na). 2001-“Ardexoa mail art project », Adelfia (BA). 2001-“Mario pesce a fore: arti visive contemporanee”, Medina discobar, Gaeta (LT). 2002-“Senza filtro-Arti visive contemporanee”, Chiostro di Santa Maria la Nova (Na). 2002-“Asphyxia 2”- Bar Rugen (Na). 2002-“Mario Pesce a fore”, Teatro supercinema, Castellamare di Stabia (Na). 2002-“Against Racialism”, Spazi per l’arte, Monza (Mi). 2002- “Maram@rt”, Castello Salvaterra, Iglesias (CA). 2002-“Rock”, Caffè dell’epoca (Na). 2002-“Occhio umano Occhio meccanico”, Mail art project, Matera. 2002-“Art for a Better Life 1”, Sanakura Club (Na). 2002- “New Orizzonti Art”, Sala Consiliare Comune di Scampia (Na). 2002- “Ibridi”, Sanakura Club (Na). 2003-“Corpi Post-organici”, Not problem cafè, Caivano (Na). 2003-“ Melament@si, minare in miniera”, Chiostro di San Francesco, Iglesias (Ca). 2003- “N.U.R.B.S.”, MaramArte, Assemini (Ca). 2003-“Biliard/arte, Iglesias (Ca).
“Tra i partecipanti alla mostra si è distinto per la sua innovata unicità, il gruppo d'artisti "M.P.A.F."…un solo denominatore li accomuna: la voglia di riscattare l'immagine dell'artista contemporaneo, ormai nero emarginato sociale. Il mercato dell'arte, prostrato dal consumismo più spietato, è messo in discussione da quest'autonomo gruppo di ragazzi senza fili di padrone che, con numerose iniziative indipendenti, cerca di restituire una più elevata ed adeguata identità sociale alla figura dell'artista. …". Barbara Pelosi, "LA VERITA' DI Napoli”, del 5 –6-00.
“Il gruppo Mario pesce a fore, propone l'interno dello studio di un artista: una vera e propria opera metartistica. Micro e macrocosmo insieme, accozzaglia d'oggetti usati e abusati dall'artista, materiali riciclati associati ad elementi organici, questo frammento di spazio sembra accoglierci e nello stesso respingerci, proprio in virtù di quella tanto amata-odiata controcultura che sta alla base delle opere. Belli i fucili surrealisti, fatti di plastica, eppure cosi reali e al contempo avanguardistici, attuali e futuribili. Ogni pezzo dell'installazione è un pezzo d'arte, ognuno grida forte la propria identità artistica ma segue una canzone di gruppo, accomunata dall'idea di fare un'arte che non imbrogli più nessuno." Andromeda Aliperta, "Napoli LANETRO.COM", 18/06/00.
“Mario pesce a fore è un eteronomo collettivo sotto di cui lavorano un gran numero di giovani artisti. E' Giulia Licenziati ad essersene occupata con un corto che della polifonia, anzi della cacofonia e della presenza stratificata di più media, ha fatto le sue cifre. Protesta, distruzione e confusione, tutto mixato alle immagini "sporche" del video nel video delle immagini off dei lavori videoartistici di Mario il situazionista…" Giulio Arcopinto e Corrado Morra (Dal catalogo di “P@RETE”).
“Definiti con intensa carica espressiva, i nevrotici autoritratti di Domenico Di Caterino, nella loro apparente ingenuità, occultano un urlo soffocato di dolore, riflesso di profondi disagi esistenziali. La protesta del portavoce del movimento estetico Mario Pesce a Fore incarna primitivismo, sintesi ed accensioni cromatiche proprie del movimento della Brùcke, atti ad esorcizzare travagli interiori, e che ben s’accompagnano all’indagine sulla funzione sociale dell’artista d’oggi al quale l’artista cerca di restituire un’adeguata identità.” Roberta Vanali
Mostre personali: 2000- "Un buco nell'arte", Centro culturale S.Sofia (Na). 2000-"Cantiere di cultura visiva terzo piano", Laboratorio okkupato S.K.A. (Na). 2001- Vince il “Concorso d’Estate” ed.2001 di Mondo d’Arte (). 2002-“A.A.A.Operatore visivo cercasi per esposizione opere”- Commercio 26, Iglesias (Ca). 2002-“Nevrotiche intrusioni natalizie”, Breakfast, Iglesias (Ca).
Performance-Azioni: 1998- Casina Pompeiana (Na), "Pompeiorama-Tre giorni di performance". 1999-"La contea dei ginepri", Festival internazionale di poesia, Colledimacina (Ch). 2000-“Stradarte", San Giorgio del Sannio (Bn). 2000-"Adunata sediziosa", Spalti del Maschio Angioino (Na). 2001-“Nero di scena”, Chiostro di Santa Maria della Pace a Napoli. 2001-“Adunata sediziosa”, Spalti del Maschio Angioino (Na). 2001-“Napoli Strit Festival”, Festival Internazionale Arti di Strada, Da P.zza Bellini a P.zza Plebiscito (Na). 2003- “PACE”, P.zza Sella ad Iglesias (Ca).
“Hanno fatto irruzione nel bel mezzo di un’assemblea studentesca, nell’atrio dell’Accademia di Belle Arti in Via Costantinopoli a Napoli, armati fino ai denti, con mitra e pistole giocattolo, passamontagna e maschere variopinte. Hanno simbolicamente sequestrato alcuni allievi e poi sono andati via, dopo aver creato lo scompiglio generale tra gli esterrefatti studenti. La scena, per quanto spettacolare e provocatoria, è apparsa forte, forse anche troppo in un periodo in cui le armi, quelle “vere”, stanno portando morte e distruzioni in Afghanistan e in Israele e la pace appare sempre più un bene prioritario. La performance, messa in scena dal gruppo “Mario pesce a fore”- che ama definire i propri spettacoli come “terrorismo estetico”- è stata applaudita dai partecipanti alla riunione. Lo scopo era di portare l’attenzione di tutti sulla mancata applicazione della legge 508/99 e sullo schema di regolamento in materia d’autonomia statuaria, presentato dal ministro Moratti lo scorso 7 novembre. Una mobilitazione nazionale, svoltasi in contemporanea in tutte le altre Accademie artistiche e nei conservatori italiani”. Marco Martone, da “Il Mattino”del 4-12-01.
“Brutta giornata ieri all’Accademia di Belle Arti di Napoli: la protesta ha preso i contorni della pièce teatrale (e fin qui niente di male), ma lo spettacolo proponeva forme – e di conseguenza contenuti- non ricevibili. Una cosa è sentirsi ostaggi di una riforma scolastica che non avanza, altro è ricorrere a modelli violenti e criminali per richiamare l’attenzione. Travestirsi da banditi in calzamaglia, presentarsi con armi (giocattolo finché si vuole) in una scuola, giocare ai rapitori e ai provocatori è tutt’altro. Sono spaventose le immagini di guerra che inondano la nostra vita. Terribili le storie, quelle vere, di rapimenti. E ancora vivissime nella memoria, le immagini di non molti anni fa, quando alle provocazioni, nelle scuole e nelle Università, si sostituirono comportamenti e “strategie”che portarono il paese sull’orlo dell’abisso: ricordate quell’autonomo con il passamontagna che sparava ad altezza uomo nelle strade di Milano? Quindi attenzione. E un appello alla responsabilità e alla vigilanza. La protesta va bene. Giocare con i simboli sbagliati è grave, E pericoloso.” C.nic., da “Il Mattino” del 4-12-01.
“La performance affronta in modo esplicito il tema della contraddizione tra arte e realtà. L'atto di mimare la violenza delle immagini che giornalmente compaiono sulle pagine dei giornali od occupano lo schermo televisivo non è certo guidato dalla volontà di rappresentare la realtà ma piuttosto rende paradossalmente ancora più eclatante "l'asocialità" del gesto artistico. La banda d'artisti, occupa lo spazio esterno della Casina, poi irrompe tra il pubblico per compiere una rapina. L'azione corale di forte impatto emotivo diventa metafora del conflitto tra l'atto creativo e la realtà mai sanabile in modo assoluto, capace tuttavia di interrogare ogni volta il senso nel suo divenire." MariaRosa Sossai, da "Melting pot" di Maggio 1998.
"Domenico Di Caterino, con il suo "Nevrotico mediterraneo" è in rapporto viscerale con la materia tufacea tipica della Campania felix. Recupera quel senso d'arcaico alla propria fantasia per realizzare un pensiero personale; il plasmare un'essenza plastica, che cede facilmente al volere dell'artista, permette di ripercorrere la storia umana alla ricerca d'antiche nuove emozioni. I personaggi, sospesi tra l'umana condizione e l'austero aspetto, fanno affiorare intense visioni di una sobrietà strutturale a placare strane sensazioni immerse nel silenzio, dalle quali i caratteri distintivi della civiltà mediterranea si evolvono in spazi scanditi dai ritmi consueti del linguaggio in intense correlazioni compositive dal segno semplice, ma affollato di nevrotiche intrusioni contemporanee." Carlo Roberto Sciascia (Dal catalogo di “Un buco nell’arte”).
"Dalla pittura di Domenico Di Caterino emerge la memoria del tempo, con i suoi profondi valori antropologici, bruschi ed instancabili. Pone lo spettatore dinanzi immagini inquiete dai movimenti snervati dall'organica e magmatica materia segnica, la quale si spezza e aggrega; scopre e ricopre rasentando un vivo moto di repulsione fisica e morale. Il profondo disagio umano, il dolore della perdizione, la coscienza di un destino sfocato e sofferente attanagliato dal profondo mistero dell'esistenza, questo traspare nella sua opera. I personaggi (una sorta di proliferarsi d'angoscioso autoritratto), sembrano quasi tutti guardarsi allo specchio, soffrendo di una scomposta, malata e delirante metamorfosi; avvelenati, intorpiditi; annegati nel fango di un decomposto spazio-non spazio dove anche il sollievo del grido soffoca." Gennaro Cilento.
“UN OCEANO PER DELIRARE”- Mario Pesce è il nome di un sessantenne che vive a Margellina e sguazza nel mare. Ma è anche il nome di un collettivo napoletano che s’interroga su cosa significhi fare arte e spara a zero sugli aspiranti al “posto al sole”. “Tu artista all’estrogeno ingrassato all’ombra della nomenclatura cattofascista. Rintanato nel fondo dell’aula accademica, a perforare l’ano del discepolo, con la promessa di una mostra. Tu sepolcro di noia, pozzanghera d’Aids e di denaro riciclato. Io terrorista visivo trarrò le costole dal tuo petto e con il colore del tuo sangue farò la mia opera”. Così ci s’incazza! Così si agita la ramazza per fare piazza pulita dei tanti aspiranti a ritagliarsi un posticino al sole, ad istallare per strada la propria montagna di sale (do you remember Mimmo Paladino?), ad ottenere una sala personale alla prossima Biennale, Triennale o Quadriennale che dir si voglia. Questi di Mario Pesce a Fore sono dei duri, dei puri, non te la mandano a dire ma vanno giù decisi come siluri. “L’arte è una faccenda scomoda, è scomoda per l’artista stesso. Il massimo desiderio d’alcuni artisti nostrani è quello di vivere senza fastidi, il migliore consiglio per loro è quello di tenere l’arte lontano dal proprio quotidiano.” Mario Pesce a Fore è un collettivo lavorativo, è un’unità creativa nata per interrogarsi (e rispondersi?) sulla funzione del fare arte in questo lurido sistema sociale, burocrate ed individualista, basato sul cercare a tutti i costi di diventare il primo della lista, di essere insomma colui che si distingue nelle quotazioni d’asta, che ha le mani in pasta, che si mostra devoto di Sotheby e del corpus Christie’s. In un tal stato di cose penose e pelose, Mario Pesce a Fore afferma che è idiota, demente, delinquente, sostenere che l’arte debba rimanere apolitica, vivacchiare in una sua cornice dorata che le conferisce quell’aura mitica, quel certo non so che, specie dopo di ciò che è successo a Genova. “L’arte è la vita, non può rimanere a guardare tacita ed indifferente quello che Berlusconi chiama un piccolo inconveniente (Carlo Giuliani), senza urlare la propria rabbia, lo sdegno, lo schifo.” E’ partendo da queste premesse tutt’altro che lesse che Mario Pesce a Fore urla, strepita, scalpita, dipinge, gira video (Do you play with me?), collaggia, oltraggia, vilipende, sorprende, non demorde, si confonde nei cortei, lancia anatemi, apre cantieri. Mario Pesce a Fore è un gioco di parole, potrebbe volere dire: nome Mario, cognome Pesce, residente a Fore, terra di giustizia e libertà artistica. Oppure sta per: Mario Pesce è fuori di testa, ma anche Mario col pesce di fora in perenne stato d’erezione da creazione. Un uccellino mi dice che, in effetti, un Mario Pesce’a fore esiste veramente, si tratta di un tale, più che sessantenne, che ogni giorno, dimesso il camice d’infermiere prima di tornare a casa dalla mogliera, si fa un lungo bagno nudo a Mergellina, quattro chilometri a nuoto. Non facciamogli del male, non neghiamogli l’accesso al mare, non togliamoli l’acqua ai vario Mario Pesce, lasciamoli sguazzare liberamente, inguacchiare, decorare, spalmare il reale con il loro delirare. Delirare, letteralmente, significa: uscire dal solco e noi nel solco, nel talco, nella bambagia barbogia non ci vogliamo stare ad ammuffire. (Pablo Echaurren, da Carta n.5, 2003).
Fat Man
Fat man, Silicone di tipo saratoga, altezza 80 cm. autore Mimmo Di Caterino. ...
Autore: Mimmo Di Caterino